venerdì 15 aprile 2011

Distretto Solidale - RI.D.E.S

Promozione del Distretto di Economia Solidale Riminese (RI.D.E.S.)

 

Uno degli aspetti fondanti che caratterizzano la Lista Fare Comune è il rifiuto di un sistema di valori improntato, direttamente o indirettamente, sul mito della crescita. Questa teoria economica che ancora oggi costituisce il sottofondo comune delle ideologie politiche moderne, sia di destra che di sinistra è connessa all'idea di uno sviluppo illimitato che ha prodotto parole d'ordine come: massimizzazione della produzione, dei consumi, delle rendite.

La visione di un mondo da sfruttare e piegare ai propri fini, in una prospettiva di crescita illimitata, produce effetti concreti anche sui comportameni individuali, con conseguenze disastrose sugli equilibri ecologici. L'attuale modello di sviluppo, fondato sugli incentivi ai consumi come principale leva dell'economia, negli ultimi decenni ha prodotto un aumento del tempo di lavoro, del precariato e dello stress e, insieme, ha via via eroso il nostro tempo libero, il tempo delle relazioni, il tempo per noi stessi e per le cose che ci sono più care.

La lista fare comune intende promuovere uno spazio economico e sociale cittadino alternativo a quello attualmente in auge, proponendo la creazione a Rimini del Distretto di Economia Solidale così come chiesto dai Gruppi di acquisto locali e da varie aggregazioni sociali. Esso presuppone che i valori dell'economia solidale orientino le attività del territorio e influiscano sulle politiche pubbliche guidandole verso scelte basate su  nuovi indicatori di benessere: qualità territoriale e ambientale, qualità dei consumi e degli stili di vita; solidarietà e inclusione sociale, identità e integrazione multiculturale, partecipazione, ecc.

Si tratta, anche nella nostra città, di rivedere i processi di produzione di beni e servizi a partire dalle caratteristiche dei consumi della nostra comunità (come singoli e come organizzazioni) con una tensione a rendere gradualmente "solidali" intere filiere di produzione. Con la nascita del RI.D.E.S. si possono immaginare sinergie che si attivano dall'importante patrimonio di idee, persone, tecnologie e risorse economiche che già ora la comunità riminese è in grado di esprimere.

L'attivazione di filiere locali (Km 0) basate sui principi dell'economia solidale deve indirizzare le politiche pubbliche verso una nuova concezione dello sviluppo, attraverso la promozione di forme di azionariato sociale e di gestione partecipata del patrimonio ambientale e dei servizi, la costruzione di reti di microcredito legate a progetti locali, la promozione e il sostegno dell'agricoltura di qualità come attività capace di produrre cibo locale e beni collettivi; forme di produzione atte sia alla manutenzione e costruzione del paesaggio sia alla valorizzazione e conservazione della biodiversità; presidio del territorio, ecc.

Il distretto di economia solidale rappresentano, dunque, una forma di organizzazione territoriale (uno spazio pubblico non istituzionale), capace di attivare un processo politico e culturale che mette in discussione il ruolo trainante degli "attori forti", orienta gli investimenti e le politiche verso progetti di sostenibilità e dimostra che i tradizionali parametri di misurazione della ricchezza possono essere concretamente superati e  sostituiti con criteri più appropriati, basati sulla valorizzazione del patrimonio locale. Dal benessere genericamente inteso al vivere bene.


giovanni grandi - Fare Comune


A Rimini, avanti con efficienza e risparmio energetico. Il dibattito politico sulle fonti energetiche è una fregatura.


Tutti gli indicatori economici internazionali danno il prezzo del petrolio a 120 dollari al barile.  Sono livelli che non si vedevano dai primi mesi del 2008, prima della crisi economica che ha colpito il mondo intero. L'Iran, il secondo esportatore mondiale, ha dichiarato, per bocca del suo presidente Mahmoud Ahmadinejad, sull'onda dell'entusiasmo, che il prezzo attuale del petrolio è ancora "troppo basso" e che entro breve "supererà i 150 dollari al barile. Il ricorso all'Uranio è una delle soluzioni che i governi, in primis l'Italia, stanno mettendo in campo quasi incuranti dei disastri (Fukushima - Giappone) che proprio la fonte nucleare, peraltro esauribile anch'essa, provoca alla salute e alla sicurezza dei paesi che la adottano. Altra via percorribile, secondo i falchi, è quella di accendere nuovi focolai di guerra per accaparrarsi gli ultimi giacimenti dell'oro nero ma, anche in questo caso, il costo di vite umane ed economiche sarebbe altissimo e inaccettabile a noi comuni "cittadini pensanti", se non fosse, che la storia ha sempre mostrato il contrario, vedi le guerre nel Golfo. A Rimini, nel confronto politico cittadino, è sconcertante come il dibattito si concentri pressoché esclusivamente sul fatto che sia meglio utilizzare il nucleare e le fonti fossili o le energie rinnovabili. In mezzo a tutto questo c'è un mare di cose da migliorare che non viene mai navigato, è il mare degli sprechi e dell'ineficienza energetica. Chi parla solo di fonti energetiche, quant'anche si riferisse alle rinnovabili, deve chiarire ai cittadini che la prospettiva che abbiamo di fronte, non può essere quella di un consumo di energia che cresce all'infinito, perché, anche in questo caso pur nascondendosi dietro ad una "foglia di fico", magari riempiendosi la bocca di fotovoltaico, giustificherebbe comunque il bisogno di fonti fossili e nucleare, almeno fino al loro esaurimento. Chi parla di fonti quasi sempre parte dal presupposto che il consumo energetico crescerà all'infinito e un consumo che cresce indiscriminatamente non fa che legittimare il ricorso alle fonti fossili. Fa più scalpore un parcheggio ombreggiato a fotovoltaico, che cresce, di una foresta di pioppi o aceri che cade (mio nonno diceva che quando muore un pioppo si vive un anno in meno), vedi il nuovo parcheggio di Fiabilandia, di certo è molto più riconoscibile (nel bene e nel male) di un'opera di ristrutturazione energetica degli edifici o di un percorso di educazione ai risparmi.  Ciò accade, pur sapendo che da punto di vista dell'efficienza energetica Rimini è un colabrodo. Una casa a Rimini consuma almeno dieci volte in più di una eguale costruita a Bolzano.  Faccio notare che in città il 90% delle abitazioni di vecchia e nuova edificazione sono scatole energivore. Nelle nostre strutture fatte con i piedi anche i comportamenti e le scelte spesso sono consequenziali, gli infissi sono preistorici, i vetri sono singoli, le finestre aperte e i termosifoni regolarmente accesi, spifferi ovunque, nessuna coibentazione, nessun intervento di riduzione dei consumi idrici, termici ed elettrici, nessun sistema di monitoraggio, computer accesi giorno e notte negli uffici e nelle abitazioni, stufette elettriche in aggiunta al riscaldamento a casa e in ufficio, luci accese anche la notte, faretti alogeni, caldaie inefficienti, tubi di distribuzione non isolati termicamente, insomma nessuna forma di educazione al risparmio degli utenti e l'elenco potrebbe andare avanti all'infinito. I politici riminesi e non solo loro, ci hanno insegnato a forza di ripeterlo, che sono senza soldi e per questo costretti a cementificare il territorio per avere delle entrate. Se non fosse che a Rimini da oltre trent'anni si costruiscono case che, nella media italiana, consumano per il riscaldamento 180/200 Kw/h e più al metro quadro annuo quando con alcuni accorgimenti ad esempio una buona coibentazione e una accurata scelta dell'esposizione solare potrebbero consumare almeno 5 volte meno. Per non parlare delle Case Passive che praticamente sono senza riscaldamento e consumano dieci o anche quindici volte meno di quelle tradizionali mantenendo una temperatura interna invernale superiore a quella delle attuali case riminesi costruite in maniera esclusivamente speculativa. E che dire dei consumi elettrici da condizionamento continuamente in ascesa che sono anch'essi conseguenza di una mancata coibentazione. Per non parlare degli scaldabagni elettrici che sono ancora diffusissimi negli appartamenti, quelli in locazione poi li hanno quasi in automatico, affittati magari agli studenti che si vedono oltre al fitto, spesso pagato a nero, pure una bolletta vampiro.

In un mondo dalle risorse finite va utilizzata meno energia possibile intraprendendo un'opera certosina di riduzione degli sprechi e dedicando un assoluta attenzione alla conservazione delle risorse per i nostri figli.

Sappiamo ormai con certezza che il modello economico basato sul petrolio è in crisi e che la  soluzione del nucleare è una minaccia per il modo intero, mentre sul fronte del risparmio e dell'efficienza energetiche è ancora tutto o quasi da realizzare partendo da percorsi di educazione alle famiglie, alle piccole e medie imprese, negli enti pubblici, nelle scuole, nelle industrie e negli ospedali, la parte vecchia dell'ospedale di Rimini, a occhio, deve avere costi da infarto, l'ala nuova speriamo sia stata progettata in modo più efficiente.

Le rinnovabili rappresentano certamente l'alternativa se sono inserite in un contesto dove il primo passo è la drastica riduzione dei consumi e poi, la un loro utilizzo in un quadro di tecnologie appropriate ed efficienti. Efficienza e risparmio, questa è la direzione  e "benedetta Rimini città del mare e del sole".           

 

 

Giovanni Grandi - Fare Comune

 

 

 

 



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giovanni grandi





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