giovanni grandi
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giovanni grandi
raccontare la realtà che ci circonda
Ciao Giovanni e ciao a tuttiMi sembra che la questione più controversa sia quella di non poter vendere a marchio bio perchè non si ha la certificazione su tutta la filiera ma solo sulla produzione (ho capito bene?).Che perversione!Non so, forse un escamotage può essere quello di mettere un bel cartello -prodotti da agricoltura biologica-, con tanto di logo e certificazioni; senza che il logo appaia su ogni singola cassetta esposta o confezione venduta. Forse fa così quella produttrice di Santarcangelo che vende Bio li al farmer market il venerdì a rimini, prova a confrontari con lei.Forza e coraggio!s.s.Il giorno 10 febbraio 2011 08:12, giovanni grandi <giograndi@gmail.com> ha scritto:
ieri sera 9 febbraio 2011, è arrivata la prima visita ispettiva in vista della certificazione bio da parte dell'ente Certificatore CCPB. L'ispezione è stata preannunciata qualche ora prima e si è concretizzata verso le 17 del pomeriggio. L'ispettore ha fatto un giro nel podere e poi si è soffermato sulla documentazione, ha verificato la coerenza dell'istanza per il biologico e la realtà aziendale.Ci ha spiegato alcune cose sulla tenuta dei registri, correggendo alcune castronate che avevo scritto, ha corretto il Piano del 2010, ci ha dato indicazioni sulle eventuali modalità di vendita.Impressioni:- come tutte le procedure e discipline c'è più attenzione alla forma che alla sostanza l'unica cosa positiva è la tracciabilità del prodotto- sulla vendita non è ancora chiaro come possiamo proporci al pubblico perchè la via più semplice è la declassazione dei prodotti a convenzionale (l'azienda è certificata bio però in fase di vendita i prodotti non hanno il marchio per non dovere regolamentare tutta la filiera a bio) per non avere il carico disciplinare che si assume la coop per capirci (etichette, confezioni, tenuta dei pesi di ogni articolo, registrazioni infinite, ecc.), capite che dopo sforzi notevoli declassare non è piacevole ma è un problemo che dovremo risolvere nel giro di due anni tempo necessario per otterere il riconoscimento;- abbiamo chiesto l'anticipazione di un anno alla certificazione bio per un ettaro che attualmente è coltivato a medica ed è dimostrabile che non sia stato trattatato, le possibilità di ottenere sul quel terreno un anno di tempo in meno sono scarsissime secondo l'ispettore;- ha prodotto una relazione tecnica dove risulta che siamo idoneiin non sappiamo se essere contenticiaogg
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giovanni grandi
I gas in toscana non hanno una forma associativa sono per scelta rimasti gruppi di famiglie fino ad un massimo di 50 per ciascun GAS
La decisione è stata maturata a livello di distretto di economia solidale per evitare condizionamenti e compromissioni con il sistema partitico locale
L'esperienza della cosa è un passo avanti perché aiuta a recuperare il rapporto e il coinvolgimento nella fase della produzione e non ci si limita all'acquisto del prodotto
Parliamo di 4 aziende di cui tre forniscono esclusivamente i GAS che sono sostenute attraverso le comunità
Nell'ipotesi di un gruppo la scelta è quella di partecipare alla fase di programmazione colturale per poi acquistare tre mesi in anticipo quote di raccolto secondo le seguenti modalità:
- si opera con buste o cassette a seconda del tipo di confezionamento
- i cittadini hanno scelto i prodotti a monte in fase di programmazione quindi non condizionano il contadino nella fase di imbusta mento, prendono ciò che è presente in campo
- si calcola un prezzo medio dei prodotti che per COSA è di 2 euro
- il costo base di una fornitura di 3 - 3,5 kg circa è di 7 euro questi sono un vincolo
- si possono chiedere forniture da 7 – 14 – 21 euro ovviamente si avranno quantità proporzionate al prezzo medio del prodotto parametrato sul prezzo reale di mercato
- la famiglia anticipa a seconda di ciò che chiede tre mensilità x 1 o 2 o 3 forniture settimanali per 12 settimane
- i pesi delle verdure variano da estate all'inverno a seconda dei prodotti si sta in ogni caso sui sette euro o multipli di 7 fino ad un max generalmente di 21 euro di spesa
- sono esclusi gli asparagi (Mazzi ) e le patate sacchi da 10 kg)
- se il contadino e le famiglie condividono micro progetti le realizzano assieme investimento anticipato in cambio di verdure fresche
- ad esempio hanno comperato ultimamente una piantatrice pacciamatrice, possono anche utilizzare se occorre un rincaro del prezzo medio nel corso per finanziare progetti extra
- a fronte di una scarsa produzione di pomodori da industria hanno partecipato alla raccolta, hanno fatto la passata assieme e ogni famiglia ne ha comperata per 2 euro al kg della passata che lei stessa ha prodotto
- le famigli si ritrovano una volta all'anno per festeggiare raccolti e vengono convocate tramite e-mail dal contadino
- le informazioni sull'andamento della produzione sono costanti
- l'azienda può essere concessa per scopi che non attengono specificatamente alla produzione
- 50 famiglie muovono con il minimo dei 7 euro settimanali circa 17 mila euro all'anno
- una volta a settimana il contadino va in un luogo scarica gli ordini degli iscritti e la distribuzione viene curata da GAS
- si lavoro con un foglio in excel e si spuntano i ritiri
- in questo modo sono andati in soccorso di aziende in difficoltà
- le aziende che vendono solo ai gas sono uscite dalla certificazione del biologico
CALCOLO DEL PREZZO MEDIO
Prezzi delle verdure + care 4-5 varietà
Prezzi delle verdure a prezzo medio 3 – 4 varietà
Prezzi verdure a prezzo basso 4 varietà
Piante, acqua, ore di lavoro, concimazione, gasolio, ecc.
Si ragiona su un prezzo medio che varia da azienda ad azienda a seconda delle condizioni nella quale è inserita ……
Aprile Maggio Giugno /luglio agosto settembre e via di seguito ----
Le persone coinvolte capiscono gli sforzi dell'agricoltore e non si lamentano in cambio hanno un prodotto sicuro, di qualità e recuperano il rapporto con la terra ….